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Nuovo codice, nel correttivo focus su equo compenso, revisione prezzi e esecuzione (integrando gli allegati)

Il sottosegretario al Mit Ferrante: stabilità e nessuna riscrittura. Le imprese dell’Ance chiedono più concorrenza abbassando le soglie per la procedura negoziata ma Salvini ha già detto no. Griglio (Mit): tagliando su Fascicolo virtuale delle imprese e qualificazione Pa

 

Comincia a delinearsi più chiaramente il perimetro all’interno del quale si muoverà l’atteso correttivo al Codice degli appalti, su cui il ministero delle Infrastrutture ha chiuso le consultazioni la scorsa settimana. A dare i primi indirizzi concreti delle linee di intervento sono stati gli stessi vertici del ministero delle Infrastrutture nel corso di un maxi-convegno organizzato dall’Ance in Campania per tracciare gli scenari legati al mercato delle «Opere pubbliche oltre il 2026».

La prima indicazione è arrivata dal sottosegretario del Mit Tullio Ferrante. «Non è intenzione del ministero riscrivere il Codice 36 – ha esordito Ferrante -. Il messaggio che vogliamo dare alle imprese è quello della stabilità delle regole», che secondo il Mit stanno funzionando. Piuttosto l’intenzione, ha chiarito sempre il sottosegretario, è quella di intervenire sulle aree meno presidiate dalle regole attuali come la fase esecutiva delle opere, quindi sulla gestione concreta dei cantieri. Da questo punto di vista, ha spiegato Ferrante, «interverremo sugli allegati con modifiche e integrazioni: l’inserimento di nuovi allegati, l’aggiornamento di quelli già in essere e un’eventuale relazione illustrativa aiuteranno gli operatori ad interpretarne le disposizioni ed applicarle dando massima espressione ai principi liberali e garantisti del codice».

Confermata poi l’intenzione, già annunciata dal ministro Salvini, di risolvere il pasticcio equo-compenso, con le norme del Codice 36 che cozzano con la legge 49/2023 tanto cara ai professionisti. «Sull’equo compenso c’è necessità di intervenire – ha ribadito Angelo Vitale, vice-capo vicario del Dipartimento legislativo (Dagl) della Presidenza del Consiglio -. Il codice è molto attento alla concorrenzialità, ma anche la qualità è un valore». «È difficilissimo trovare un equilibrio tra le due esigenze – ha aggiunto Elena Griglio, Capo-ufficio legislativo del ministero delle Infrastrutture – ma dobbiamo provarci. Sia le consultazioni che la giurisprudenza hanno dato risultati spaccati esattamente a metà».

Altro punto centrale sarà quello della revisione prezzi. «Serve un meccanismo più semplice di dettaglio, le soglie del 5% e dell’80% non sono sacre, se non funzionano si può intervenire». Poi il tema della digitalizzazione: «Qui c’è un vero tagliando da fare – ha detto Griglio – con regole di semplificazione per l’interoperabilità delle banche dati, perché non possiamo nasconderci che il Fascicolo virtuale degli operatori economici non è completo». Sulla qualificazione delle stazioni appaltanti «c’è la sfida della qualificazione per l’esecuzione: dobbiamo garantirla perchè è un obiettivo del Pnrr, ma dobbiamo garantirla nel senso che le stazioni appaltanti possano assicurare l’esecuzione delle opere». Sull’ipotesi di un rinvio circolata nelle ultime settimane Griglio ha spiegato che «difficilmente potremo differirla, avremmo difficoltà a giustificarlo con la Commissione europea, ma non può essere subito da zero a cento. Deve essere un percorso: va trovata una soluzione di equilibrio». Sull’esecuzione poi «dobbiamo lavorare per tipizzare, riducendo le incertezze». E poi si lavorerà «su subappalto, consorzi, suddivisione in lotti, contratti riservati».

Non dovrebbero mancare una serie di aggiustamenti anche sulla fase progettuale. A rivelare qualche dettaglio è stato il presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici Massimo Sessa. «Insieme all’Ufficio legislativo del Mit – ha spiegato Sessa – stiamo lavorando sull’articolo che regola il contenuto della progettazione», cioè l’articolo 41. Il tema è legato in particolare all’appalto integrato, dove pesa il fatto che «nel progetto di fattibilità tecnico economica manca la contabilizzazione delle quantità». Analoghe riflessioni riguarderanno il Pfte legato alla realizzazione di progetti in partenariato pubblico-privato.

Ance: abbassare le soglie per la procedura negoziata
È invece probabilmente destinata a rimanere inascoltata la principale richiesta delle imprese dell’Ance. Nel nuovo Codice degli appalti, ha detto il vicepresidente dell’associazione costruttori, Luigi Schiavo, «emerge, anzitutto, un problema di mercato. Infatti, i principi di apertura del mercato e di tutela della concorrenza sono messi a rischio dalla scelta di liberalizzare sino alla soglia comunitaria le procedure negoziate senza gara, che limitano fortemente la concorrenza”. Secondo l’Ance «le soglie andrebbero riviste al rialzo, garantendo al di sopra di determinati importi l’invito di tutti i soggetti potenzialmente interessati. Sebbene il Ministero delle Infrastrutture abbia avuto modo di chiarire, nel recente incontro sul correttivo, che la norma sulle negoziate non vedrà cambiamenti, noi non ci stanchiamo di auspicare che un parziale ripensamento possa esserci», ha insistito Schiavo sottolineando che anche la Commissione Ue «ha una preoccupazione al riguardo».

Per l’Ance inoltre, «non appare condivisibile» la scelta operata nel nuovo Codice degli appalti di avere regole molto diverse e peculiari per i settori speciali, perché «crea un mercato parallelo per chi opera in tali contesti». «Si pensi, ad esempio, alla scelta di non prevedere per tali settori l’obbligo di esternalizzare una quota dei lavori per i concessionari senza gara. – ha spiegato Schiavo – Un mercato parallelo, quello dei settori speciali, dalle dimensioni tutt’altro che trascurabili: secondo dati Anac, nel 2023, a fronte di un ammontare di appalti pubblici (lavori, servizi e forniture) di circa 280 miliardi, dei quali 100 miliardi (il 35%) sono riferiti a lavori pubblici, la quota dei bandi/inviti afferente ai settori speciali per questo comparto raggiunge quasi il 40% dell’importo totale. In altri termini, nel 2023, oltre 37 miliardi di euro di appalti riferiti a lavori pubblici sono stati regolamentati da norme diverse dai regimi ordinari».

Torna l’allarme pagamenti
Insieme alle richieste sul Correttivo dall’Ance è arrivato un nuovo grido di allarme sui ritardati pagamenti. A farsene portavoce è la presidente dell’associazione Federica Brancaccio. «La prima precondizione affinché le opere vengano fatte è che le stesse siano pagate a chi le realizza nei tempi previsti e con prezzi congrui. Per questo, lancio ancora una volta l’allarme sul problema dei ritardati pagamenti, che continua ad affliggere il nostro settore, nonostante le diverse procedure di infrazione avviate dall’Europa», ha detto. «Le imprese devono essere pagate – ha scandito – non si può lasciare sulle loro spalle il costo dell’opera. Se non ci sono abbastanza soldi per fare tutto, allora bisogna fare meno». «Inoltre, – ha aggiunto – torno ad esprimere massima preoccupazione sui ritardi nei pagamenti relativi al dl Aiuti, che risultano ancora tragicamente arretrati: le imprese sono in attesa di almeno 1,1 miliardi perché le istruttorie sono lente e non c’è cassa disponibile».

Busia: pubblicità e inviti aperti per le procedure sotto i 5 milioni
Tornando al Correttivo, anche il presidente dell’Autorità Anticorruzione (di cui dal convegno è stato invocato con forza il cambio di denominazione, giudicato figlio di un clima del sospetto) ha segnalato il tema della concorrenza come quello più urgente «reso meno evidente solo per l’iniezione di risorse di cui il settore ha beneficiato in questi mesi». Da questo punto di vista, ha aggiunto Busia, «il Codice ha fatto un passo indietro». «Se il governo non vuole abbassare le soglia» del 5,38 milioni «la nostra proposta è almeno quella di rendere pubblico l’avviso e accogliere tutte le imprese che essendo venute a conoscenza della gara chiedono di essere invitate».

Sul tema, secondo Vitale, pesa però «l’obiettivo Pnrr di aggiudicare le gare in cento giorni». Obiettivo che avrebbe dovuto essere raggiunto a giugno è che invece è stato spostato a dicembre.

 

 

 

FONTI     Mauro Salerno      “Enti Locali & Edilizia”

Categorized: News