Carpinello (Unionsoa): abbiamo denunciato più volte, inascoltati, che l’ultimo applicativo non funziona. Nel Fascicolo virtuale degli operatori spesso non si trova neppure l’attestato per partecipare alle gare
Dopo i funzionari pubblici e esasperati, a inizio anno, dalle difficoltà a reperire i famigerati Cig (i codici necessari ad avviare le gare) tocca ora alle Soa (le società che certificano i requisiti dei costruttori interessati agli appalti pubblici) andare all’attacco dei malfunzionamenti del sistema di «digitalizzazione» degli appalti pubblici, che sotto l’egida dell’Autorità Anticorruzione (Anac) avrebbe dovuto essere tirato a lucido già dal 1° gennaio, ma che invece ancora oggi espone il fianco ad allarmi e denunce di pesanti bachi e anomalie.
Le Società organismo di attestazione hanno raccolto una nota inviata all’Anac a fine gennaio tutte le criticità che dal loro punto di vista rendono «intollerabilmente gravosa» un’attività che dal 1° gennaio avrebbe dovuto essere al contrario molto semplificata. Nel mirino c’è innanzitutto l’ultimo applicativo fornito dall’Anac alle Soa («Ms Web») all’interno del più complesso sistema della digitalizzazione degli appalti pubblici: la via, per dirla in due parole, attraverso la quale le Soa dovrebbero comunicare con l’Autorità per inserire e ricevere informazioni, dati e documenti relativi alle imprese attestate. Dati che dovrebbero poi essere disponibili nel Fascicolo virtuale dell’operatore economico, ivi incluso il certificato (attestazione) che permette ai costruttori di partecipare alle gare per lavori pubblici.
«Il problema – dice Tiziana Carpinello, presidente di Unionsoa – è che noi stiamo rilevando gravissimi problemi anche semplicemente sulla procedura d pubblicazione dell’attestato, tanto che noi arriviamo alla fine del percorso di caricamento dei documenti e l’attestato non viene pubblicato. Si può immaginare ciò che questo comporta a livello di visibilità e concorrenza, perché l’impresa al momento in cui si presenta alla gara non si ritrova il suo attestato in formato digitale. E noi ci ritroviamo a essere chiamati sia dalle imprese che dalle stazioni appaltanti e dobbiamo ricorrere a strumenti tradizionali di invio dei documenti, per posta elettronica e pdf».
Nella nota inviata all’Autorità («l’ultima di una serie, senza ricevere alcuna risposta», rimarca Carpinello) Unionsoa segnala una lunga serie di malfunzionamenti che coinvolgono non solo le procedure di pubblicazione degli attestati, ma anche il sistema di gestione dei certificati lavori, dei requisiti dei direttori tecnici, incluse le richieste di documenti non necessari (per esempio in sede di verifica triennale o di «variazioni minime» dei requisiti: il tutto all’interno di un «frequenti errori nella trasmissione dei dati, tanto che è necessario trasmettere più volte il pacchetto dati, perché venga recepito dall’applicativo Ms».
«Un’altra cosa gravissima è che il sistema non permette di fare l’attestazione dei consorzi stabili perché non restituisce in modo corretto la data di scadenza intermedia dell’attestazione», segnala Carpinello. Si tratta di una criticità pesante «sia per le Soa che per le imprese che partecipano ai raggruppamenti». Sul punto, nella nota si segnala come «talvolta l’elenco delle imprese consorziate viene riportato in modo completo» e che l’applicativo richiede la comunicazione di dati economici e tecnici «non necessari né disponibili, attesa la peculiare modalità di qualificazione».
«Abbiamo denunciato e questi malfunzionamenti più volte all’Anac per iscritto ma non siamo mai stati ascoltati», denuncia Carpinello, che non manca di sottolineare come le Soa abbiano dovuto lavorare «in assenza di manuali e guide all’utilizzo dei nuovi software senza neppure un help desk cui fare riferimento». All’Autorità, secondo la denuncia di Unionsoa sarebbe «in campo un solo funzionario deputato a far fronte alle mille telefonate che facciamo ogni giorno nel tentativo di risolvere i nostri problemi».
Il problema non è il traguardo della completa digitalizzazione delle procedure di appalti. Anzi. Carpinello tiene a precisare che «le Soa sono forti sostenitrici dei nuovi sistemi digitali» e ricorda «la proposta di utilizzare le blockchain fin dal 2021».
Anche le Soa, insomma, denunciano di stare vivendo la stessa situazione che i funzionari pubblici sul fronte della richiesta dei Cig. «Con la differenza – sottolinea Carpinello – che noi inviamo ad Anac dati che di cui l’Autorità dovrebbe essere già in possesso». Con ricadute pesanti nei rapporti con le imprese-clienti, che scaricano sulle Soa la frustrazione per i disservizi.
Le Soa denunciano anche di essere rimaste fuori dal servizio che, dal 1° gennaio, avrebbe dovuto dovuto permettere alle Soa di raccogliere dal Fascicolo virtuale delle imprese anche i documenti necessari a verificare i requisiti generali dei costruttori. «Nulla di tuto questo è successo – attacca ancora Carpinello -. Noi continuiamo a fare le nostre richieste massive a pubbliche amministrazioni e tribunali esattamente come facevamo prima. Perchè non abbiamo alcun bacino cui attingere per ottenere queste informazioni». In pratica per le Soa la realtà è che il Fvoe 2.0 non è ancora veramente operativo, «Almeno per la nostra parte non lo è assolutamente». Mentre «noi abbiamo dovuto investire in tecnologie e risorse umane per far fronte all’obiettivo digitalizzazione».
Inutile dire, che la richiesta è di sistemare al più presto le anomalie e mettere al più presto il sistema a regime. «Spiace dover rappresentare – si legge nella nota – che nonostante i considerevoli mezzi organizzativi, gestionali ed economici sopportati dalle Soa, per l’adeguamento nelle tempistiche richieste, alla data odierna non hanno ancora trovato soluzione da parte di codesta Autorità le criticità ripetutamente evidenziate» nei vari incontri svolti, «né hanno avuto luogo i necessari allentamenti dei vincoli informatici che oggi rendono intollerabilmente gravosa l’adozione del nuovo applicativo». Altro che «once only»: «la semplificazione di cui si parla in continuazione – conclude Carpinello – per ora non solo non è stato applicata, ma neppure involontariamente sfiorata»
FONTI Mauro Salerno “Enti Locali & Edilizia”
