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Calamità naturali, le polizze funzionano se possono coprire più tipologie di danni

L’obbligo su alluvioni non copre grandine e bombe d’acqua. I costi per le Pmi

 

Le nuove polizze catastrofali obbligatore per le imprese saranno uno strumento utile alla copertura dei rischi delle attività produttive solo se saranno fatte estensioni dell’assicurazione ad altri rischi rispetto a quelli previsti dalla nuova legge. La norma introduce l’obbligo di copertura contro terremoti, frane e alluvioni. Purtroppo stipulare contratti incentrati solo su questi rischi non proteggerà del tutto le imprese. È uno degli aspetti emersi ieri in occasione dell’evento “Cultura della prevenzione e business continuity” organizzato ieri da Confindustria Piccola Industria e dal Dipartimento della Protezione civile. Roberto Giarola, direttore ufficio per il coordinamento dell’attività giuridica della Protezione Civile, ha evidenziato come in molti casi per far scattare l’indennizzo è necessario che «l’esistenza del danno sia essere dichiarata» da un provvedimento pubblico. Il testo definitivo del decreto attuativo della norma inserita nella Finanziaria dello scorso anno ancora non è noto. Ma, in effetti, in una delle ultime versioni circolate si precisa che nel caso di alluvioni, i beni protetti si devono trovare in aree «come delimitate dai provvedimenti assunti dalle autorità competenti». Nel caso dei terremoti, i beni devono essere nelle «aree individuate tra quelle interessate dal sisma nei provvedimenti assunti dalle autorità competenti». Stesso cosa vale per frane. Dunque, se un’impresa viene colpita in modo circoscritto da una esondazione e non c’è un provvedimento pubblico che definisca l’emergenza, esiste la possibilità che la copertura non scatti. E ancora: l’assicurazione copre a seconda del tipo di acqua che ha invaso un’impresa.

Il direttore generale di Ania, Dario Focarelli, ha spiegato che un’alluvione è cosa diversa rispetto agli effetti della bomba d’acqua (tanta pioggia che cade in pochi minuti). Quest’ultima non è coperta dall’obbligo di legge. Per questo motivo il responsabile dell’ufficio segreteria di presidente dell’Ivass, Roberto Novelli, ha sottolineato la necessità di proteggersi dalle varie tipologie di rischio con le estensioni. Le estensioni, però, fanno salire il costo del premio. Non a caso i rischi da includere nell’obbligo di legge sono stati circoscritti. «Grandine, effetti di trombe d’aria, bombe d’acqua sono stati esclusi perché altrimenti il costo della polizza sarebbe stato troppo elevato», ha chiosato Focarelli. E ancora, ha precisato, che danni da «eruzioni vulcaniche e bradisismi non possono essere protetti perché il mercato internazionale delle riassicurazioni non ha alcun interesse a esporsi su quel tipo di rischi». L’obbligo di copertura che scatterà dal prossimo anno, dunque, si configura al momento più che altro uno spostamento del rischio dalle casse dello Stato alle imprese. Il direttore credito e finanzia di Confindustria, Francesca Brunori, ha illustrato come l’obbligo non sia solo per le compagnie, ma valga anche per le imprese.

Nel dlgs sul riordino degli incentivi (nei prossimi giorni in consiglio dei ministri) definisce come l’impresa che non si copre dai rischi catastrofali perda tutti gli incentivi pubblici, incluse le garanzie sui prestiti del fondo Pmi (di cui beneficia circa l’80% delle Pmi). Brunori ha evidenziato, inoltre, la necessità di individuare soluzioni per l’anticipo degli indennizzi da parte delle assicurazioni, oltre a sollecitare un supporto pubblico per sostenere gli investimenti che le imprese dovranno fare in prevenzione. «Il gettito dell’imposta sui premi potrebbe essere in parte usato a questo fine» ha aggiunto, auspicando una proroga rispetto all’obbligo. «Da tempo chiediamo misure di sostegno per le imprese che investono nella messa in sicurezza degli impianti», ha detto il presidente di Piccola Industria, Giovanni Baroni. Confindustria e la Protezione Civile collaborano nel 2016 hanno firmato un protocollo d’intesa di collaborazione. «Il Programma di Gestione delle Emergenze – ha detto Fabio Ciciliano, capo del dipartimento di Protezione Civile – è l’esempio virtuoso di come, l’intero settore delle imprese sia capace di operare in sinergia con la protezione civile e di fare sistema, mettendosi al servizio delle realtà danneggiate e far ripartire il tessuto economico e sociale».

 

 

FONTI     Laura Serafini     “Enti Locale & Edilizia”

Categorized: News