L’esito delle votazioni nella seduta notturna delle commissioni della Camera sul Dl 215/2023
Arriva una nuova proroga di sei mesi dello scudo erariale che solleva gli amministratori pubblici da responsabilità contabili in caso di colpa grave: la misura resta infatti in vigore fino al 31 dicembre 2024, come prevedono quattro emendamenti al decreto Milleproroghe, presentati in forma identica dai gruppi di maggioranza e approvati, dopo la riformulazione del governo, dalle commissioni Bilancio e Affari costituzionali della Camera. La misura introdotta in via eccezionale nel periodo pandemico – e più volte prorogata – per porre un rimedio alla «paura della firma», altrimenti sarebbe scaduta alla fine di giugno. Forse anche per le obiezioni sollevate dalla Corte dei Conti non è passata invece l’idea iniziale di estendere lo scudo erariale di altri due anni e mezzo fino a fine 2026, di cui avevamo dato notizia in questo articolo.
Nella seduta notturna delle commissioni riunite Affari costituzionali e Bilancio della Camera è stato anche approvato l’emendamento del governo che estende fino al 31 dicembre 2024 la semplificazione che permette alle stazioni appaltanti di approvare in autonomia le varianti ai progetti definitivi delle grandi opere senza passare dal Cipess, purché la variante produca un aumento non superiore al 50% del costo originario del progetto. La misura riguarda la realizzazione delle infrastrutture strategiche già programmate e per le quali sia in corso il procedimento di Via e vale «anche ai fini della localizzazione e, ove occorrente, previa convocazione da parte di quest’ultimo della Conferenza di servizi».
No invece allo slittamento tout court degli obblighi di digitalizzazione del codice dei contratti proposto in un emendamento del Pd, che avrebbe consentito fino al 31 gennaio 2024 l’applicabilità, in via transitoria, delle disposizioni previste dal vecchio codice. Sul punto il Governo, rappresentato dalla sottosegretaria Sandra Savino, ha ricordato i pareri del Dipartimento degli affari europei e del Mit, secondo cui gli obblighi di digitalizzazione di tutto il ciclo di vita degli appalti, scattati lo scorso 1° gennaio, sono ricompresi negli obiettivi previsti dal Pnrr e risultano comunicati alla Commissione europea quale obiettivo conseguito.
Difficile dunque tornare indietro, nonostante le grandi difficoltà incontrate dalle amministrazioni in queste prime settimane di applicazione della rivoluzione digitale, con poche piattaforme a disposizione, funzionanti anche a singhiozzo. Sul tema restano sul tavolo altri emendamenti di maggioranza “accantonati” come quello che porta la prima firma della senatrice leghista Vanessa Cattoi che permetterebbe di usare l’interfaccia web dell’Anac per gli appalti sotto i 5mila euro fino a fine anno, estendendo di tre mesi la deroga all’uso delle piattaforme certificate già concessa con un provvedimento dell’Anac fino al 30 settembre 2023.
Dopo la maratona di ieri i lavori delle commissioni si sono conclusi nel pomeriggio di ieri, ora il provvedimento passa all’Aula.
FONTI Mauro Salerno “Enti Locali & Edilizia”
