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Sanzioni inasprite per gli appalti illeciti

 

Possibile ri-penalizzazione anche per subappalto e somministrazione illecita. Disponibilità della premier ad estendere alcuni istituti del Codice appalti ai privati

 

Sospensione e, poi, decadenza dai benefici fiscali e contributivi per le imprese irregolari. Interdizione dagli appalti da due a cinque anni in caso di gravi violazioni in materia di salute e sicurezza sul lavoro o di accertata responsabilità penale per reati in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Ri-penalizzazione delle sanzioni in materia di appalto, subappalto e somministrazione illecita. Inasprimento delle attuali sanzioni amministrative in materia di lavoro nero e irregolare.

Sono queste alcune delle norme allo studio da parte del ministero del Lavoro, destinate a confluire nel provvedimento organico per il potenziamento della tutela in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, il coordinamento e il rafforzamento delle attività ispettive e del sistema sanzionatorio, anche in relazione al subappalto e alla somministrazione illecita e fraudolenta, oltre alla qualificazione delle imprese, alla formazione del datore di lavoro e dei lavoratori e alla salvaguardia delle imprese regolari, atteso lunedì sul tavolo del Consiglio dei ministri, dopo averlo illustrato alle parti sociali. Anche ieri il tragico bollettino segna un operaio morto nello stabilimento Stellantis di Pratola Serra (Avellino): secondo le prime ricostruzioni dei Carabinieri, la vittima – dipendente di una ditta esterna – sarebbe rimasta schiacciata da un macchinario.

In vista di lunedì, la principale novità è rappresentata dalla disponibilità espressa dalla premier Giorgia Meloni a valutare l’estensione di alcuni istituti del Codice degli appalti anche ai lavori privati, oltre una determinata soglia. Che in pratica si potrebbe tradurre nel divieto di scorporo dal ribasso d’asta dei costi del lavoro e sicurezza, e nell’applicazione del contratto maggiormente rappresentativo per tutta la filiera dell’appalto, compreso il subappalto. Nel pacchetto di misure su cui è al lavoro il ministro Calderone si starebbe anche ragionando su una norma di coordinamento delle Procure della Repubblica sulle attività di indagini per i reati in materia di lavoro e di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro; e sulla valutazione di congruità del costo della manodopera in relazione al costo dell’intero appalto.

Ci sarà un rafforzamento delle attività ispettive. Al personale dell’Ispettorato nazionale del lavoro si aggiunge il personale ispettivo di carabinieri, Inps e Inail. Il ministro Calderone è convinto che quest’anno sarà possibile sviluppare un’attività investigativa specifica maggiore del 40% rispetto al 2023. L’Inl nel rapporto al 31 dicembre ha 3.222 ispettori, dei quali 877 ispettori tecnici e 2.345 ispettori del lavoro: nel Piao (Piano integrato di attività e organizzazione) dell’Ispettorato emerge una carenza del 17% di ispettori del lavoro (-491) e del 41% di ispettori tecnici (-603). Nel concorso bandito nel 2019 per gli ispettori del lavoro sono ancora 270 le posizioni aperte, mentre si avvicina il mese di maggio, quando scadranno le attuali graduatorie, con il rischio di dover ripartire da capo. La situazione non è migliore relativamente al concorso straordinario per 1.174 ispettori tecnici, gli assunti sono 677. Va detto, peraltro, che non è facile ricoprire queste posizioni: al personale laureato si offre una retribuzione di base di 1.600-1.700 euro che scoraggia molti ingegneri o architetti ad accettare il posto, alla luce delle grandi responsabilità che gravano su queste figure.

 

 

FONTI        Giorgio Pogliotti e Claudio Tucci          “Enti Locali & Edilizia”    

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