Il Governo ha dedicato attenzione anche agli effetti della legge 49/2023 che garantisce compensi conformi ai parametri ministeriali di categoria
Il Governo difende le scelte in materia di equo compenso dei professionisti, ritenute in linea con i principi della libera concorrenza. Nel piano strutturale di bilancio (Psb), che indica le direttrici di sviluppo economico e regolamentare dal 2025 al 2029, l’Esecutivo ha dedicato attenzione anche agli effetti della legge 49/2023 che garantisce compensi conformi ai parametri ministeriali di categoria, nei rapporti dei professionisti con Pa e grandi imprese. Nel documento si legge come la disciplina dell’equo compenso è stata «più volte erroneamente assimilata a un regime di tariffe minime, che è stato invece recentemente abrogato». Al contrario, le nuove norme non costituirebbero «un ostacolo all’accesso al mercato, bensì una garanzia per il mantenimento di standard qualitativi elevati per i servizi professionali e retribuzione adeguata per i professionisti autonomi anche nei rapporti contrattuali in cui il committente si trovi in posizione dominante». E il Governo chiarisce che l’applicazione è limitata ai grandi committenti e questo «ne restringe notevolmente l’ambito di applicazione».Sempre nel Psb l’Esecutivo prefigura nelle leggi per la concorrenza a partire dal 2027 «interventi sulle professioni non regolamentate».
FONTI E.l. & E. “Enti Locali & Edilizia”