Skip to content
Close
Hit enter to search or ESC to close

Appalti pubblici: la certezza del diritto alla ricerca del conforto dei giudici superiori

CONVEGNO IGI

2 DICEMBRE 2020

Nel pieno della gestione dell’emergenza sanitaria in corso, che sembra aver oramai affidato i contratti pubblici alla cura di una legislazione in (quasi) totale deroga al Codice, il caos normativo non sembra destinato a trovare un suo nuovo equilibrio.

A riprova di questo, è la circostanza, non del tutto casuale, di una concentrazione di statuizioni giurisprudenziali che, in questo periodo di pandemia, hanno chiesto l’intervento – a vario titolo – di supporti interpretativi superiori. Alla Corte di giustizia UE, è stata posta innanzi tutto la duplice domanda se il Coni deve essere qualificato, o no, come un organismo di diritto pubblico (in cause riunite C-155 e 156/19), e, ad oggi, le conclusioni dell’Avvocato Generale sembrano essere orientate verso una risposta affermativa.
Ma, la Corte è stata interrogata ancora una volta sul tema della cooperazione pubblico-pubblico, rispetto al quale è essere, o no, affidataria, senza gara pubblica, del servizio di riscossione della tassa automobilistica (ordinanza CGUE 30 giugno 2020, nella causa C-618/19).

Sul tavolo della CGUE, sono poi arrivate di recente anche le tre questioni, sollevate stavolta dalla Cassazione a SS.UU. (ordinanza 18 settembre 2020, n. 19598), che ha rimesso alla Corte di giustizia i seguenti quesiti:
1) se è ammissibile il ricorso di ultima istanza contro le sentenze del Consiglio di Stato che siano fondate su interpretazioni in contrasto con il diritto comunitario;
2) in subordine, se tale ricorso sia ammissibile anche nel caso in cui il Consiglio di Stato abbia omesso di effettuare il rinvio pregiudiziale alla Corte di giustizia;
3) se sussiste legittimazione ad agire in capo ad un concorrente che, pur l’aggiudicazione.

Infine, dall’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato n. 22 del 16 ottobre 2020, è arrivata l’affermazione della nullità della clausola del disciplinare di gara che ha subordinato l’avvalimento di una Soa alla produzione dell’attestazione stessa da parte dell’impresa ausiliaria in sede di gara; ma, in particolar modo, dalla Corte costituzionale si attende il giudizio di legittimità sulla mancata previsione, da parte del Codice 50, di un divieto di subappalto nel settore dei beni culturali (Tar Molise, Campobasso, ordinanza n. 278 del 17 ottobre 2020).

FONTI: IGI – Istituto Grandi Infrastrutture www.igi.it

Categorized: News