Isi (Anas): «Entro il 2026 assumeremo 2.300 persone». Tomasi (Aspi): «La nuova Autostrade poggia su una visione industriale basata sulle competenze»
«Secondo le stime dell’Ance nel prossimo biennio saranno necessari 54mila operai e oltre 10.500 impiegati in più solo per ricoprire il fabbisogno occupazionale generato dagli investimenti aggiuntivi del Pnrr. E presto saranno necessari altri 150mila lavoratori con elevate competenze per realizzare le opere legate alle politiche europee di decarbonizzazione dell’economia e alla Direttiva case green. Come faremo ad soddisfare questo fabbisogno? Sarà possibile solo puntando su nuove risorse: giovani, donne e immigrati».
Lo ha detto a Roma Angelica Krystle Donati, presidente di Ance Giovani, durante il XXIII Convegno nazionale di Ance Giovani, dal titolo «Agorà – competenti e sostenibili». «Se dalla crisi del 2008 – ha continuato Donati – fino all’inizio della pandemia sono stati persi ben 600mila lavoratori, con ulteriori perdite durante il Covid, dal 2021 ad oggi nel settore delle costruzioni sono stati creati oltre 200mila nuovi posti di lavoro. La riqualificazione energetica degli edifici ha richiamato professionisti altamente qualificati. Il settore è cresciuto e ha ormai saturato tutte le risorse disponibili non occupate. Ora può continuare a crescere solo se come sistema Paese saremo in grado di cogliere le opportunità non solo in termini investimento ma soprattutto in termini di pianificazione a lungo termine. Per noi giovani imprenditori edili la sostenibilità non è uno slogan politico. È un’esigenza reale ed improrogabile, non perché ce lo impone l’Europa, ma perché è l’unico modo per attenuare il disastro ambientale che è già in atto».
«Come imprese Ance – ha proseguito Donati -, per contribuire al raggiungimento degli obiettivi Fit for 55 e Net Zero, molti di noi hanno avviato o stanno avviando processi di decarbonizzazione aziendale. Inoltre, sappiamo bene che in Europa gli edifici sono responsabili di circa il 40% del consumo energetico e del 36% delle emissioni di CO2.
Il patrimonio immobiliare residenziale italiano è stato realizzato per il 74% prima dell’entrata in vigore della normativa sul risparmio energetico.
Alla luce delle direttive europee, vuol dire che da oggi ai prossimi anni dobbiamo portare avanti un vasto piano di efficientamento energetico del parco immobiliare del nostro paese, che richiede sin da oggi investimenti importanti.
La direttiva case green è ancora in fase di discussione ma sappiamo che renderà necessario un intervento su quasi la metà delle case italiane.
Questi numeri ci spingono a guardare lontano, considerando anche le esperienze di questi anni. Penso al Superbonus, una misura che, seppure temporanea, ha dimostrato come il coinvestimento pubblico e la possibilità di cedere i crediti siano essenziali per spingere i privati ad efficientare i propri edifici. E poi, sostenibilità vuol dire anche sicurezza. Quasi 7 milioni degli edifici residenziali italiani sono stati costruiti prima della piena operatività della normativa anti-sismica del 1974 e dei relativi decreti attuativi. La programmazione per riqualificarli deve partire oggi».
Durante il convegno di Ance Giovani è intervenuto anche Aldo Isi, amministratore delegato di Anas. «Negli anni 2022 e 2023 – ha detto – Anas ha registrato un incremento costante del suo personale. A oggi l’organico è cresciuto di oltre 400 risorse, pari a circa il +6%, rispetto alla fine del 2021. Il piano industriale prevede un incremento entro il 2026 di circa 2.300 risorse».
«Da inizio 2022 a oggi – ha continuato Isi – sono state inserite, tra contratti a tempo indeterminato e determinato, 1.800 persone di cui circa l’80% focalizzato nelle aree tecniche e di presidio della rete. Una percentuale significativa degli inserimenti ha riguardato ruoli chiave quali direttori lavori, direttori operativi e ispettori di cantiere. Tali ingressi hanno interessato tutto il territorio nazionale (20% nord, 43% centro, 37% sud) e l’età media dei neoassunti è pari a circa 39 anni, inferiore di circa 10 anni rispetto all’età media aziendale. Queste azioni permetteranno ad Anas di affrontare le sfide nel settore delle infrastrutture e dei trasporti e di supportarne il raggiungimento degli obiettivi strategici».
L’impegno della più grande stazione appaltante pubblica del Paese e primo gestore della rete stradale e autostradale di oltre 32mila chilometri, insieme alla capo polo Rfi, nella selezione e assunzione di nuovi talenti, è finalizzato alla messa a terra del nuovo piano industriale programmato fino al 2032, sostenuto da investimenti per 64,5 miliardi di euro.
“Abbiamo la necessità di costruire oggi le competenze del domani, in questo il mondo dell’industria deve essere lungimirante e non ripetere gli errori del passato che ci ha portato oggi a non avere un bacino di figure professionali di vario tipo e livello per mettere a terra l’ingente piano di ammodernamento e potenziamento che dobbiamo portare avanti come Gruppo e come sistema Paese». Lo ha detto Roberto Tomasi, amministratore delegato Autostrade per l’Italia, durante il Convegno nazionale di Ance Giovani. «La nuova Autostrade per l’Italia poggia proprio su una visione industriale basata sulle competenze per la rigenerazione della rete e la mobilità del futuro. La mancanza di ingegneri e maestranze oggi si deve al fatto che per vent’anni almeno questo Paese non ha investito in infrastrutture. Se penso all’Autostrada del Sole, penso al coraggio di una generazione che è riuscita a costruire 800 km di nuovo tracciato in soli 8 anni, un’impresa che fu celebrata anche dal Moma con una mostra e che denota la sconfitta della nostra generazione. Quando diciamo che abbiamo bisogno di formatori per avviare i neo laureati al mondo del lavoro, ci accorgiamo che queste figure hanno i capelli bianchi perché sono gli stessi che hanno contribuito alla fase più intensa dell’infrastrutturazione del Paese che non è vicina nel tempo.
Come Gruppo al nostro interno abbiamo una complessità di professioni – in Tecne, la nostra società di ingegneria, la seconda più grande in Italia, abbiamo 1.000 dipendenti. In Amplia, che si occupa di costruzione oltre 2.000 dipendenti. Se pensiamo che attraverso loro svolgiamo solo un terzo dei nostri lavori, diventa evidente quanto sia necessario fare sistema, è l’accordo siglato di recente con Ance va proprio in questa direzione.
Questo è un impegno che deve prendersi il mondo dell’industria, dobbiamo costruire l’intera catena delle competenze, dall’operaio all’ingegnere, perché il Paese continua a correre e non possiamo più posticipare lo sviluppo della nostra rete, penso al Passante di Bologna e alla Gronda di Genova che hanno complessità ingegneristiche che necessitano di figure temprate. Il traffico pesante cresciuto del 7% rappresenta l’economa che cresce e noi dobbiamo metterlo nella condizione di farlo continuare a muovere in modo adeguato. Il Paese ha bisogno di portare avanti il PNRR, ma le autostrade si autofinanziano. Per realizzare queste opere dobbiamo trovare i meccanismi finanziari adeguati, che a mio avviso vanno parametrati sulla durabilità delle opere, la regola deve essere funzionale all’esigenza».
FONTI Alessandro Lerbini “Enti Locali & Edilizia”