Approvato in commissione Finanze del Senato l’emendamento che rende più facile rilevare le situazioni anomale. Busia (Anac): primo passo nella giusta direzione, dimostrata la fondatezza dei nostri rilievi
In attesa dell’correttivo di fine anno annunciato dal ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, il nuovo codice degli appalti (Dlgs 36/2023) comincia già a incassare qualche piccola, ma significativa modifica. La notizia arriva dalla commissione Finanza del Senato, che sta esaminando il cosiddetto decreto Proroghe (Dl 132/2023). Nella seduta pomeridiana di ieri la commissione ha dato il via libera all’emendamento presentato dalla relatrice Antonella Zedda in materia di conflitto di interessi.
La prima correzione impatta sull’articolo 16, comma 1 del codice, eliminando le parole «concreta ed effettiva» che al momento connotano la «minaccia» «all’imparzialità» dei soggetti coinvolti nelle procedure di aggiudicazione degli appalti. È evidente che si tratta di una stretta sulla valutazione del conflitto di interessi che in questo modo sarà più facilmente individuabile.
La seconda modifica riguarda la nuova procedura competitiva con negoziazione disciplinata dall’articolo 73, comma 4 del Dlgs 36. Qui la correzione allunga il termine minimo stabilito dal codice per la ricezione delle domande di partecipazione alle gare portandolo da 10 a 30 giorni.
Entrambe le correzioni trovano la sponda dell’Autorità Anticorruzione, che attraverso il presidente Giuseppe Busia aveva a più ripreso richiesto di intervenire sulla questione del conflitto di interessi, annacquato dal nuovo codice. L’approvazione dell’emendamento in commissione al Senato «è un primo passo che va nella direzione giusta e conferma la fondatezza dei nostri rilievi. Speriamo che seguano altri passi avanti per garantire la tutela dell’interesse generale, assicurando l’imparzialità dell’agire amministrativo, secondo quanto richiesto dalla nostra Carta costituzionale», commenta ora Busia.
FONTI Mauro Salerno “Enti Locali & Edilizia”