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Moratoria di sei mesi sui controlli nelle imprese che si mostrano in regola

 

Il Cdm ha approvato il testo del decreto proposto dal ministro per la Pa Paolo Zangrillo. Niente sanzioni per gli errori formali, verifiche basate sulla profilazione del rischi

 

Una profilazione preventiva del rischio basata sul settore di attività e sulle dimensioni dell’impresa, un premio sotto forma di moratoria su nuove verifiche per chi si dimostra in regola e un censimento puntuale degli obblighi per evitare duplicazioni di richieste documentali e ispezioni. Sono i tre snodi fondamentali intorno ai quali ruota il decreto legislativo sulla riforma dei controlli delle imprese portato ieri in consiglio dei ministri per il primo esame dal ministro per la Pa Paolo Zangrillo. Il decreto attua una delega inserita nella legge sulla concorrenza 2021 dall’allora titolare di Palazzo Vidoni Renato Brunetta, che chiedeva al Governo una complessiva «semplificazione dei controlli sulle attività economiche». Per rispondere a questi obiettivi il testo preparato dalla Funzione pubblica, e figlio anche di un confronto preliminare con le parti sociali, punta a tradurre in pratica i principi di alleggerimento burocratico e un aumento dell’efficacia delle verifiche superando il meccanismo rigido delle regole uguali per tutti, e puntando su un’analisi preventiva che concentri lo sforzo delle verifiche dove ce n’è più bisogno.

A questo scopo risponde l’idea di identificare il «livello di rischio», definito «dalla probabilità che si verifichi un pregiudizio all’interesse pubblico tutelato e dalla gravità di tale pregiudizio» (articolo 3 dello schema di Dlgs). A misurarlo saranno in particolare il settore di attività dell’impresa e la dimensione aziendale, con un bonus riservato ai titolari di «certificazione Iso 31.000, Iso 9001, Iso 14001, Uni Iso 45001:2021 o altra certificazione equivalente» rilasciata da un organismo accreditato. In questo scenario saranno comprese anche «le attestazioni di qualità esistenti nell’ambito di specifici settori». L’idea chiave è quella di «non disturbare chi lavora», come da slogan rilanciato a più riprese dalla premier Meloni. Sul presupposto, sostenuto dal ministro per la Pa Paolo Zangrillo, che vada «abbandonato il concetto punitivo di sanzione» per privilegiare il «principio della fiducia».

Questo si tradurrà anche in una mini-moratoria, sei mesi nel testo esaminato ieri dal consiglio dei ministri, su ulteriori verifiche nelle aziende per le quali il controllo «accerta la conformità agli obblighi e agli adempimenti imposti dalla disciplina di riferimento». Non tutti gli errori, poi, saranno uguali: perché quelli formali, che non producono «alcun pregiudizio all’interesse pubblico tutelato», saranno considerati «scusabili» e non produrranno sanzioni a patto che si rilevi la «buona fede» dell’interessato. Gli esiti delle verifiche, le certificazioni e gli altri documenti chiave saranno contenuti nel fascicolo informatico d’impresa, che nel disegno costruito dalla riforma sarà lo strumento essenziale per evitare duplicazioni di richieste dal momento che le Pa non potranno «richiedere la produzione di documenti e informazioni già disponibili nel fascicolo o comunque in loro possesso», nel tentativo di attuare davvero anche in questo settore il tanto declamato principio del «once only».

 

 

FONTI     Gianni Trovati          “Enti Locali & Edilizia”

Categorized: News