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Pnrr, al palo 9 miliardi di cantieri: 8,5 sono ferrovie

Le rilevazioni dei costruttori sull’avanzamento del Piano. I ritardi legati alle lungaggini burocratiche delle amministrazioni

 

Intoppi autorizzativi sul fronte ambientale, sovrapposizione di regimi normativi differenti e carenze progettuali. Sono le zavorre che tengono fermi 9 miliardi di grandi cantieri, la gran parte finanziata con fondi Pnrr e che secondo l’Osservatorio Ance è imbrigliato in lacci e lacciuoli burocratici. La fetta più grossa del campione analizzato riguarda le opere ferroviarie con 8,5 miliardi di investimenti che non riescono a prendere l’abbrivio, bloccati nelle pastoie di verifiche e autorizzazioni. Il resto, circa 5-600 milioni, sono ripartiti tra interventi idrici, stradali e investimenti nei porti.

Sul Pnrr «si sono molto accorciati i tempi fra bandi aggiudicazioni e aperture di cantiere» e «il dato dei Comuni e della spesa sulle piccole medie opere è molto positivo – ha detto la presidente Ance Federica Brancaccio che qualche giorno fa a Roma ha presentato i risultati dell’Osservatorio congiunturale 2024 – . Ma rileviamo rallentamenti forti nella fase di esecuzione, per le solite criticità del nostro paese come autorizzazioni e imprevisti. Bisogna intervenire lì, perché nei prossimi tre-quattro mesi si giocherà il futuro del Pnrr».

A viaggiare con i freno a mano tirato c’è per esempio la Circonvallazione ferroviaria di Trento, un’opera da 986 milioni d euro: aggiudicata a febbraio 2023, si è arenata davanti agli scavi che hanno portato alla luce terreni inquinati. Da qui i rallentamenti e poi lo stralcio dal Piano come da copione.

I numeri su tempi e opere e il confronto europeo

Per non parlare del Mezzogiorno con il collegamento Palermo-Catania-Messina, tratta Caltanissetta Xirbi – Nuova Enna che vale 1, 3 miliardi: aggiudicata ad aprile scorso si è scontrata, dicono i costruttori, con problemi legati alla qualità del progetto. E ancora: stessa linea ferroviaria, altri ritardi sul nodo di Catania e sull’intervento di interramento della linea per il prolungamento della pista dell’aeroporto di Fontanarossa (370 milioni): aggiudicata a giugno 2023 le autorizzazioni starebbero creando più di un rallentamento al progetto. E del resto che le opere Rfi negli ultimi tempi stiano scontando ritardi lo certifica anche la Corte dei conti nella sua ultima relazione sul Pnrr pubblicata a novembre che conferma i problemi di messa a terra dei progetti da parte delle amministrazioni. I giudici contabili hanno evidenziato che dei 159 progetti affidati alla società del gruppo Fs dei 42 obbiettivi in scadenza al 30 giugno 2023 ne sono stati centrati solo 18. Spiega la Corte che « in relazione a 23 progetti, il mancato raggiungimento dell’obiettivo è stato causato dal prolungarsi degli iter autorizzativi». D’altra parte che in questa fase del Pnrr si annidassero le maggiori difficoltà era fatto ben noto: il passaggio dalle gare ai cantieri sarebbe stato, dicevano gli osservatori, il vero banco di prova del Pnrr. E anche il piano su cui si sarebbe giocata la reale fattibilità dei singoli progetti: si sarebbe passati, insomma, dalle parole ai fatti. Eppure qualcosa si muove. E lo mette bene in evidenza l’Ance quando registra un’importante contrazione dei tempi che passano tra il bando e l’avvio dei lavori. La contrazione più forte anche solo dall’anno scorso si registra per i lavori oltre i 100 milioni di euro che in 12 mesi hanno dimezzato la tempistica: dai 18,6 mesi del 2021 utili per dare il via ai lavori, si è passati lo scorso anno a 9,3. Si è ancora lontani dall’obiettivo dei 100 giorni chiesto da Bruxelles e inserito nel Pnrr ma non c’è dubbio che almeno su questo si siano compiuti notevoli passi in avanti. L’altra buona notizia riguarda i Comuni che – e non era scontato – in questi mesi sul Pnrr hanno performato più di altri: secondo l’Osservatorio Ance la spesa per gli investimenti pubblici delle amministrazioni locali è passata dai 13,2 miliardi del 2022 a 18,6 nel 2023 con un incremento del 41 per cento. Il picco massimo si è registrato nell’ultima parte dell’anno scorso che in un quadrimestre ha aumentato la spesa in conto capitale di ben il 70 per cento. Sul fronte delle gare, l’Ance aveva già rilevato in un dossier pubblicato a novembre che su un campione di 51mila gare Pnrr 34.200 erano quelle aggiudicate per un importo di oltre 33 miliardi e circa 10.000 erano i cantieri aperti, conclusi o per i quali sono state avviate le attività preparatorie, per un totale di 16 miliardi di euro. Tra queste le performance più importanti erano state messe a segno dalla misura Istruzione e ricerca (74% l’incidenza dei cantieri sui Cig aggiudicati) e a seguire le Infrastrutture per una mobilità sostenibile (60%). Ma il tempo delle gare è ormai alle spalle, quello appena iniziato sarà il difficile anno dei cantieri

 

 

FONTI        Flavia Landolfi          “Enti Locali & Edilizia”    

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