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Prezzari, solo nove regioni allineate al nuovo codice

In quattro ancora ferme al 2023. Ma la strada verso la standardizzazione è tracciata

 

Il Decreto Legislativo 31 marzo 2023, n. 36, conosciuto come il nuovo Codice dei Contratti Pubblici, introduce diverse innovazioni significative nel panorama normativo italiano che ad un anno dall’entrata in vigore viene rimesso in questi giorni rimesso in discussione per un sostanziale aggiornamento. Alcuni temi però, se pur validi, hanno bisogno del giusto tempo di applicazione. Tra questi, un ruolo fondamentale è svolto dalla redazione e aggiornamento dei prezzari regionali, strumenti cruciali per garantire trasparenza, omogeneità e qualità nel settore delle opere pubbliche.

 

Struttura e Contenuti dei Prezzari
Secondo l’Articolo 2 dell’allegato I.14 del nuovo Codice, i prezzari di riferimento sono codificati in termini di lavorazioni e risorse. Le “lavorazioni” rappresentano l’insieme delle attività necessarie per realizzare un’opera, comprese quelle di presidio e difesa ambientale. La classificazione delle lavorazioni avviene su diversi livelli successivi:

• Tipologia: identifica le lavorazioni in base alla loro funzione e caratteristiche tecnologiche.

• Capitolo: segmenti organizzativi nell’ambito della classificazione delle attività.

• Voce e Articolo: ulteriori livelli di dettaglio subordinati al capitolo e alla voce.

Le “risorse” sono definite come elementi di costo che costituiscono fattori produttivi in un lavoro, fornitura o servizio. Anche le risorse sono articolate in:

• Famiglia: comprende risorse umane, prodotti e attrezzature.

o Risorsa umana: attività lavorativa fisica o intellettuale (manodopera).

o Attrezzatura: beni strumentali, macchine, mezzi, noli, trasporti.

o Prodotto: risultati dell’attività produttiva dell’uomo, compresi materie prime e prodotti finiti.

Uno degli obiettivi principali del nuovo Codice è garantire la massima trasparenza e una maggiore omogeneità nella redazione e aggiornamento dei prezzari regionali. Per raggiungere questo obiettivo, i prezzari devono essere resi disponibili gratuitamente sui siti istituzionali delle Regioni, delle Province autonome e del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti tramite il Servizio contratti pubblici (Scp). Questi prezzari includono, ove possibile, una descrizione analitica del costo delle opere.

Il nuovo Codice prevede anche la costruzione di un sistema informativo nazionale per il settore delle costruzioni. Questo sistema permetterà il confronto e la fruibilità dei contenuti dei prezzari in termini di prezzi, risorse e norme tecniche di riferimento. Questo approccio mira a promuovere la massima trasparenza e a facilitare il confronto tra i diversi prezzari regionali. Per garantire un processo omogeneo di formazione e aggiornamento dei prezzari, il Codice istituisce un Tavolo di coordinamento composto da rappresentanti delle regioni e del ministero delle Infrastrutture. Il Tavolo ha il compito di definire le istruzioni di dettaglio per l’omogeneizzazione dei prezzari, la metodologia di rilevazione delle informazioni e le modalità di aggiornamento periodico.

Ad un anno dall’entrata in vigore del codice, a che punto siamo in Italia?

L’analisi delle pubblicazioni dei prezzari regionali a livello nazionale per il 2024 al 30 giugno termine indicato dalla legge all’allegato I.4 art.4 Comma 2 «I prezzari cessano di avere validità al 31 dicembre di ogni anno e possono essere transitoriamente utilizzati fino al 30 giugno dell’anno successivo per i progetti a base di gara la cui approvazione sia intervenuta entro tale data» evidenzia un panorama variegato per quanto riguarda la conformità nell’adozione dei codici al D.lgs. 36/2023 e la disponibilità di analisi dei prezzi e risorse elementari.

Di seguito, una sintesi delle principali informazioni emerse.

I risultati del monitoraggio aggiornati al 10 luglio 2024

Le Regioni che hanno pubblicato i loro prezzari nel 2024 sono la maggioranza e comprendono: Abruzzo, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sicilia, Toscana, Umbria, Valle d’Aosta, Veneto, Provincia di Trento e Provincia di Bolzano. Le regioni che invece non hanno pubblicato i loro prezzari nel 2024 rimanendo ferme al 2023 sono: Basilicata, Lazio, Molise e Sardegna.

 

Conformità al D.lgs 36/2023
La conformità dei codici al D.lgs. 36/2023 è un aspetto cruciale per garantire l’uniformità e l’adeguatezza delle procedure dei prezzari. Le regioni conformi sono nove e comprendono Calabria, Campania, Lombardia, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Veneto e Provincia di Bolzano. D’altro canto, le regioni non conformi al sono tredici e comprendono Abruzzo, Basilicata, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Molise, Piemonte, Umbria, Valle d’Aosta e Provincia di Trento.

Pubblicazione delle Analisi dei Prezzi

La pubblicazione delle analisi dei prezzi è un indicatore della trasparenza e della precisione con cui le regioni gestiscono i loro prezzari. Le Regioni che hanno pubblicato le analisi dei prezzi includono Calabria, Campania, Liguria, Lombardia, Puglia, Sardegna, Toscana, Veneto, Provincia di Trento e Provincia di Bolzano. Al contrario, le Regioni che non hanno pubblicato le analisi dei prezzi sono Abruzzo, Basilicata, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Marche, Molise, Piemonte, Sicilia, Umbria e Valle d’Aosta.

Infine, le risorse elementari per le analisi dei prezzi sono essenziali per la redazione accurata delle stesse. Le Regioni che hanno pubblicato tali risorse conformi alla legge sono nove e comprendono Calabria, Campania, Liguria, Lombardia, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana e Veneto. Le regioni che non hanno pubblicato le risorse elementari conformi alla legge sono tredici e comprendono Abruzzo, Basilicata, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Marche, Molise, Piemonte, Umbria, Valle d’Aosta, Provincia di Trento e Provincia di Bolzano.

Considerazioni e Regioni virtuose
Tra le Regioni esaminate, la Campania si distingue per aver evidenziato la percentuale di aumento o ribasso dei prezzi nel 2024 rispetto al 2023, fornendo così un quadro chiaro dell’andamento dei costi. La Liguria presenta una situazione particolare: sebbene le voci del prezzario non siano ancora conformi alla legge, i codici delle risorse elementari che compongono le analisi lo sono, sintomo di un approccio “dal basso” che punta a completarsi nelle prossime pubblicazioni. La Lombardia e il Veneto hanno adottato una strategia inclusiva pubblicando sia i nuovi codici conformi sia quelli “vecchi”, facilitando così la transizione per gli utenti finali verso la nuova codifica. Tuttavia, nonostante la Lombardia abbia pubblicato le risorse elementari conformi, ha utilizzato l’abbreviazione RM (Risorsa Materiale) anziché PR (Prodotti) come richiesto dal Dlgs 36/2023.

L’analisi evidenzia una disparità significativa tra le regioni in termini di conformità al D.lgs. 36/2023 e nella pubblicazione delle analisi dei prezzi e delle risorse elementari. Questo scenario richiede un’attenzione continua per garantire che tutte le regioni possano offrire strumenti adeguati e conformi alla normativa vigente, promuovendo così una gestione trasparente ed efficiente dei prezzari regionali. La strada intrapresa appare comunque essere quella giusta, poiché va nella direzione della standardizzazione dei codici delle lavorazioni e delle risorse elementari. La stessa cosa dovrebbe essere fatta almeno per le descrizioni e i capitoli. Per la parte economica, il discorso è diverso e va rispettato in piena autonomia regione per regione. Basterebbe uniformare codici e descrizioni per dare un contributo concreto alla digitalizzazione (BIM) per questioni come 5D (stima dei costi), 4D (stima dei tempi) e per la computazione automatica dei modelli, anche in virtù dei grandi passi avanti compiuti dall’AI e dagli LLM.

 

 

FONTI      Antonio Ortenzi     “Enti Locali & Edilizia”

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