In audizione alla Camera il Ministro conferma l’arrivo in Consiglio dei Ministri del testo che sostituirà il Testo Unico dell’Edilizia e riorganizzerà l’intero impianto urbanistico nazionale
Una riforma strutturale, necessaria per restituire al Paese una disciplina chiara e coerente e che arriverà sul banco del governo entro fine mese.
A confermare l’imminente presentazione del nuovo “Codice dell’edilizia e delle costruzioni” è stato il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini in audizione alla Camera, provando a chiudere una stagione normativa segnata da stratificazioni, deroghe e regolazioni non coordinate.
Riforma edilizia: a breve la presentazione del nuovo Codice
La riforma punta a sostituire integralmente il Testo Unico Edilizia, inglobando la normativa settoriale e riducendo le zone di incertezza che alimentano interpretazioni divergenti e contenziosi. Un quadro complesso, che incide direttamente sull’operatività delle amministrazioni e sulle scelte degli operatori.
Scendendo nel dettaglio delle modifiche sostanziali previste, spicca la riscrittura del sistema delle categorie edilizie e la loro corrispondenza con i titoli abilitativi.
I criteri delle nuove definizioni non saranno più descrittivi, ma basati su parametri oggettivi: incidenza urbanistica, trasformazione fisica del manufatto, variazione delle condizioni statiche e prestazionali. A ciascuna categoria verrà agganciato un unico titolo, con una procedura proporzionata al grado di trasformazione dell’immobile.
L’obiettivo è eliminare margini interpretativi e rendere predittivo il rapporto tra tipo di intervento e procedimento autorizzativo, con una semplificazione che mira a contrastare la “confusione operativa” segnalata dal Ministro: casi di SCIA utilizzata per interventi quasi equivalenti a nuove costruzioni, differenze applicative sui territori, tempi di istruttoria non commisurati all’effettiva rilevanza dell’opera.
La convergenza con il DDL Mazzetti
Il disegno di legge illustrato dal Ministro non nasce in modo isolato, ma è il risultato della consultazione avviata dal MIT con un tavolo tecnico a cui hanno preso parte 46 soggetti tra ordini professionali, associazioni, imprese e amministrazioni pubbliche, con 86 contributi tecnici provenienti da 31 realtà del settore.
Un’iniziativa che secondo Salvini non è alternativa ma complementare al Ddl Mazzetti, attualmente in discussione alla Camera e che ha come obiettivo la realizzazione di un quadro unitario, in cui convergano gli indirizzi del Parlamento e dell’esecutivo.
Il traino del Salva-Casa sul mercato immobiliare
In attesa della riforma organica, sottolinea il Ministro, il decreto “Salva-Casa” ha già prodotto effetti tangibili. I dati richiamati da Salvini mostrano un’inversione di tendenza immediata: dopo un 2024 debole, il mercato delle compravendite ha ricominciato a crescere, registrando una crescita a doppia cifra nei primi due trimestri del 2025.
Numeri che “dimostrano che un sistema normativo più lineare libera il potenziale del comparto”, riducendo incertezze e sbloccando operazioni rimaste ferme per problemi di conformità minori o irrisolti da anni.
Piano Casa, tra rigenerazione e politiche abitative
Salvini ha richiamato anche i programmi oggi in fase di attuazione sul fronte del fabbisogno abitativo. Gli interventi già finanziati dovrebbero portare alla disponibilità di circa 106 mila nuovi alloggi attraverso edilizia residenziale pubblica, rigenerazione urbana e housing sociale.
Il PinQua, sostenuto da 2,8 miliardi del PNRR, rappresenta uno dei pilastri: 10.000 alloggi pubblici riqualificati e quasi 2 milioni di metri quadrati di aree urbane rigenerate entro il 2026.
FONTI “LavoriPubblici.it”
