Il Mit risponde ai quesiti delle stazioni appaltanti: conflitto di interessi per il candidato presidente già membro della commissione giudicatrice dell’appalto
Impossibile prevedere compensi inferiori a quelli previsti dalle tariffe indicate nelle linee guida del Mit per i componenti del collegio consultivo tecnico. È quanto chiarisce lo stesso ministero delle le infrastrutture rispondendo al quesito posto da una stazione appaltante (parere n. 2643 del 17 apri 2024) . La stazione appaltante si è rivolta a Porta Pia segnalando di aver approvato un proprio regolamento per gli “arbitri di cantiere” nel quel sono stati definiti definiti anche i compensi dei membri del collegio, «in misura molto inferiore a quanto previsto nel decreto ministeriale che ha poi approvato le linee guida» del Mit (Dm n.12 del 17 gennaio 2022). La stazione appaltante riferisce che il collegio si è poi costituito nel 2023 e alla luce di ciò chiede se sia possibile applicare i compensi (inferiori) previsti dal proprio regolamento o sia, invece, necessario riconoscere gli onorari più ricchi previsti dalle regole ministeriali.
Sul punto il Mit non lascia spazio ai dubbi. La misura del compenso deve essere determinata in base ai parametri individuati dal ministero. Non c’è spazio per fare diversamente.
In un secondo quesito, il Mit affronta poi il tema dei conflitti di interesse nelle nomine interne al Cct (parere n. 2514 del 17 aprile 2024) . Al centro della questione la possibilità di indicare come presidente del collegio un professionista che aveva ricoperto il ruolo di membro della commissione giudicatrice nello stesso appalto. Alla stazione appaltante sorge il dubbio che si tratti di una situazione di incompatibilità. E dal Mit confermano: «Nel caso prospettato – rispondono – sembrerebbe ricorrere un’ipotesi concreta di conflitto di interessi».
FONTI Mauro Salerno “Enti Locali & Edilizia”