Parla di «panchina corta» dei manager da posizionare in plancia di comando e di un dossier al vaglio del Mef «che sta facendo, giustamente, le sue valutazioni». Stefano Donnarumma, ad del Gruppo Fs replica così alle domande in Commissione Trasporti della Camera, quando il dem Andrea Casu affonda le unghie sul tema politico del giorno: le nomine in Ferrovie, indicate ormai da tempo dal Cda del gruppo ma ancora non confermate da via XX Settembre.
È una questione tecnica legata a una norma europea che impedirebbe il passaggio dell’attuale ad di Rfi Giampiero Strisciuglio, presente ieri in audizione alla destra di Donnarumma, per ricoprire lo stesso ruolo in Trenitalia, un cambio di cappello che il numero uno del gruppo innanzitutto rivendica sottolineando che «viene esclusivamente da una mia proposta». E che rilancia: «Non ci pensiamo proprio a non applicare le norme, anche perché non potremmo farlo, questa è un’informazione passata in maniera imprecisa e me ne dispiace». Spiega Donnarumma che «il passaggio dell’ingegner Strisciuglio dalla conduzione di Rfi alla conduzione di Trenitalia è passato attraverso il vaglio delle nostre valutazioni tecnico-legali, anche con pareri terzi e studiando approfonditamente la norma». La quale, prosegue l’ad, «non prevede che questo non sia possibile, ma che lo sia qualora determinate attività svolte dall’organo direttivo rientrino nella fattispecie dei limiti che la norma prevede. Ed è questo che abbiamo appurato».
Stempera i toni l’ad nella sua prima audizione in Parlamento e precisa che «non c’è nessuna voglia di forzare niente anche perché non è che ci portiamo a casa uno sconto di lavoro, si tratta solo dell’utilizzo al meglio possibile dei manager che abbiamo». Non moltissimi, aggiunge, «una panchina corta» come a dire che le scelte sono anche un po’ obbligate. Ma è sul fronte dei cantieri e delle opere del Pnrr che si concentra lo sguardo dei prossimi mesi, per non ripetere le esperienze del passato che Donnarumma riconosce non essere state brillanti: «Nella pianificazione dei cantieri l’estate scorsa è mancata una informazione corretta ai cittadini, si poteva fare di meglio pianificando una campagna di informazione, cantiere per cantiere, tratto per tratto, indicando quali disagi e in quali settimane».
Di qui la campagna informativa lanciata dal Gruppo lunedì scorso con un sito dedicato alle interruzioni delle linee, molte concentrate nel periodo estivo. «Nulla di drammatico: qualche disagio – spiega l’ad – per una, due, tre settimane per alcune tratte mai precluse ma meno efficienti, con prolungamenti della durata del viaggio ma nulla che impedisca di spostarsi». Sono i lavori del Pnrr, quelli della manutenzione ordinaria e straordinaria, cantieri «necessari per garantire la sicurezza del trasporto che è il nostro mantra», ma anche «quanto di storicamente più elevato si sia visto da decenni». Promette ai deputati, il numero uno del Gruppo Fs, un dossier dettagliato degli investimenti in corso («i piani strategici sono documenti tecnici aziendali») così come documenti ad hoc con lo stato dell’arte di opere come il Terzo Valico. Non poteva mancare poi un punto della situazione sullo stato di avanzamento del Pnrr con le incognite legate alla rimodulazione da negoziare con Bruxelles. «Dei 25 miliardi di investimenti assegnati nell’ambito del Pnrr, a dicembre 2024 abbiamo consuntivato 12 miliardi, quindi restano 13 miliardi di investimenti da realizzare; ormai il “rate” mensile ammonta a oltre 7-800 milioni al mese», spiega Donnarumma. Inoltre gli investimenti, come già annunciato a dicembre nel corso della presentazione del nuovo piano industriale, ammontano a 100 miliardi «di cui il 62% sull’infrastruttura di rete» ovvero «oltre 60 miliardi nei prossimi 5 anni sulle infrastruttura della rete ferroviaria».
Infine sulla questione di governance Donnarumma ha ribadito di non aver mai parlato di privatizzazione né di quotazione delle Ferrovie «ma di un recinto preciso che rimarrebbe all’interno del controllo pubblico e che vedrebbe solo un contributo di finanziamento nella formula che bisogna identificare e non è assolutamente detto che si tratti di privati». L’ipotesi è però ancora allo studio.
FONTI Flavia Landolfi “Enti Locali & Edilizia”
