Il viceministro Rixi: l’importo dell’opera ammontava complessivamente a 4,2 miliardi, ora Aspi ne chiede otto
La gronda genovese di Ponente è ancora all’impasse per un problema di «accordo finanziario». Lo ha detto il viceministro delle Infrastrutture e trasporti, Edoardo Rixi, intervenendo ieri a un convegno organizzato da Confindustria Genova sulle infrastrutture liguri, alla luce del Rapporto Oti Nord 2023. I costi, dell’opera, ha spiegato Rixi al Sole 24 Ore, «ammontavano complessivamente a 4,2 miliardi; ora Aspi ne chiede 8», in linea con quanto avviene per l’intero Piano economico finanziario dell’azienda: «Il Pef autorizzato di Autostrade – ha detto il viceministro – è di oltre 14 miliardi di euro. E adesso Aspi dice che andrebbero aggiornati a quasi il doppio. Una cifra che si avvicina a 30 miliardi. La Gronda pesa, come importo, quasi un terzo di tutto quanto il gruppo ha in programma di fare in Italia. Vedremo a quanto si chiude. Il problema che abbiamo oggi sulle opere autostradali, al netto di quelle già cantierizzate, è che ci vorrà un accordo complessivo sulla gestione dei livelli economici». Il lotto zero della Gronda, ha concluso Rixi, «è iniziato e il problema è l’accordo finanziario con l’attuale proprietà; in queste settimane dovrebbe essere nominato il nuovo consiglio di Cdp e, a quel punto, potremo gestire questa partita dal punto di vista finanziario». Riguardo al Terzo valico ferroviario, invece, «stiamo progettando – ha sottolineato il viceministro – una fermata a Forlanini, per rendere possibile l’arrivo dell’alta velocità da Genova vicino a Linate».
Al convegno ha partecipato anche Leopoldo Destro, delegato del presidente di Confindustria a Trasporti, logistica e industria del turismo, il quale posto l’accento sul fatto che il progetto della Gronda è «un’opera di rilevanza strategica per migliorare i trasporti nella regione e rafforzare il ruolo di Genova come grande porto europeo; va prontamente realizzata. Anche perché spesso, in Italia, siamo carenti nell’execution delle opere. Peraltro, con l’incremento dei traffici conseguente alla realizzazione della nuova diga, il trasporto via ferro non sarà sufficiente a movimentare tutta la merce in transito nel porto di Genova e, di conseguenza, la rete autostradale ligure, ma anche nazionale, deve essere adeguata e potenziata, parallelamente agli investimenti ferroviari. L’assioma è che, se non cresce il sistema della logistica, non crescono le nostre aziende».
Sulle infrastrutture liguri è intervenuto anche Antonio Gozzi, presidente di Federacciai e special advisor Confindustria su autonomia strategica europea, piano Mattei e competitività. «Per la prima volta – ha affermato – c’è l’opportunità di avere una gigantesca quantità di risorse da spendere in Liguria, si parla di 7,5 – 8 miliardi: non bisogna perdere questa occasione; occorre che le opere vengano realizzate presto e bene, nella trasparenza e nella legalità e che i programmi che sono sul tavolo» siano portati a compimento.
FONTI Raoul de Forcade “Enti Locali & Edilizia”