Busìa chiede anche l’asseverazione della Corte dei Conti. Ma per l’Ad della Spa dello Stretto Pietro Ciucci non ci sono pericoli di costi indeterminati: ponte, torri e ancoraggio in un unico progetto
«Per un’opera così complessa serve un progetto unitario e completo prima di iniziare i lavori». Il rischio, altrimenti, è che possano innescarsi varianti tali da far aumentare i costi sforando il limite di incrementi del 50% rispetto al costo del progetto del 2011 che, ai sensi delle norme europee, imporrebbe il ricorso a una nuova gara. Le parole stanno sul merito della questione ma l’ennesimo alert lanciato dal presidente dell’Anac Giuseppe Busìa a proposito del Ponte sullo Stretto di Messina è un attacco diretto alle nuove modalità di realizzazione del Ponte, dopo le centinaia di obiezioni sollevate dal Mase sul progetto definitivo e la conseguente necessità di sforare la prima data fissata nel cronoprogramma per la realizzazione della maxi-opera.
Busìa ha parlato nel corso di un’audizione alla Camera sul cosiddetto decreto Infrastrutture (Dl 89/2024) che introduce la possibilità di approvare il progetto esecutivo «anche per fasi costruttive», invece che «entro il 31 luglio 2024», come era previsto inizialmente nel decreto sul Ponte del marzo 2023 (Dl 35/2023). Per Busia «l’approvazione preventiva di alcune parti del progetto esporrebbe al rischio di varianti successive in ragione della progettazione complessiva potendo compromettere anche gli aspetti e i vincoli finanziari dell’opera». Per Busia «questo è l’aspetto più delicato del decreto» ed è «quantomai necessario avere un progetto unitario».
Il presidente dell’Anticorruzione ha anche criticato la scelta del decreto di spazzare via ogni termine certo per l’approvazione del progetto finale dopo la cancellazione della scadenza del 31 luglio 2024 ormai irrealistica e cancellata dal nuovo decreto Infrastrutture. «Avere un termine è essenziale per poter valutare lo svolgimento dell’opera e governare l’intero processo», ha spiegato il presidente dell’Anac.
Ma al di là delle date il focus è rimasto sui costi del progetto «anche alla luce della scelta di non passare per una nuova gara», riesumando il vecchio contratto con il Consorzio Eurolink, guidato da Webuild. È sotto questa luce che va letta la richiesta di Busìa di «massima trasparenza sui costi». Da questo punto di vista Busia non ha mancato di ricordare che «il decreto prevede che l’asseverazione dell’importo aggiornato sia affidata a un esperto dal ministro». Per il presidente dell’Anac «di fronte a un’opera così complessa è giusto che il ministro possa servirsi di uno o più esperti». Ma anche rimarcato che «la cosa importante è che l’asseverazione, che in questo caso ha a che fare con gli oneri i costi e il piano finanziario, sia affidata, oltre agli esperti che coadiuvano il ministro, anche alla Corte dei Conti, oltre che naturalmente al Cipess e alle commissioni parlamentari». Una verifica della Corte dei Conti per Busia è essenziale «oltre che nell’interesse collettivo, come ausilio vero alle scelte che progressivamente il governo sarà chiamato a fare» sul Ponte.
Ciucci: nessun rischio di incompiuta o costi indeterminati
Una raffica di obiezioni su cui non ha tardato a rispondere la società dello Stretto guidata da Pietro Ciucci, che ha in mano il progetto di realizzazione del Ponte. «Non ci sono dubbi sulla certezza delle fasi costruttive del ponte sullo Stretto né indeterminatezza sui costi, non c’è un rischio di incompiuta, il progetto è assolutamente fattibile ed è stato aggiornato nelle modalità previste per legge». «Con l’approvazione da parte del Cipess del progetto definitivo – dice Ciucci -, sarà approvato anche il Piano economico finanziario che accerterà l’esistenza della copertura per l’intero fabbisogno dell’opera, proprio per evitare rischi di incompiuta, che nella maggior parte dei casi discendono da mancanza di fondi in itinere». Mentre «la progettazione esecutiva, che potrà essere sviluppata per fasi costruttive in linea con le best practice internazionali, al contrario dei timori espressi ha l’obiettivo di ottimizzare la costruzione dell’opera, contenendo tempi e costi».
«Il ponte è un insieme di opere: le opere anticipate, le opere di accompagnamento ambientale, i raccordi a terra, oltre 40 km di strade e ferrovie, funzionali, percorribili e utili fin da subito alla popolazione. Ponte, torri e blocchi di ancoraggio saranno ovviamente un unico progetto», spiega l’Ad della società dello Stretto. Per Ciucci «la fattibilità tecnica del progetto non è mai stata messa in discussione, le risposte alle osservazioni del Mase, che sono in corso, saranno completate prima dell’approvazione del progetto definitivo da parte del Cipess e quindi in anticipo rispetto all’avvio della progettazione esecutiva. Inoltre, lo schema di decreto introduce nuovi passaggi procedurali volti ad assicurare il controllo da parte dello Stato, nel rispetto della massima trasparenza. Pertanto le norme introdotte dal decreto infrastrutture non comportano aumento dei costi rispetto a quanto fissato da normative già da tempo in vigore».
FONTI Mauro Salerno “Enti Locali & Edilizia”