Per il presidente dell’Anticorruzione Busìa c’è il rischio di superare i vincoli Ue (+50% del progetto iniziale). Ciucci: valore di 13,5 miliardi in linea con Def 2023. Emendamento lega alla Manovra per trasferire 6,1 miliardi dal Fondo sviluppo e coesione (Fsc)
Salgono i costi del Ponte di Messina e con gli aggiornamenti torna ad agitarsi il rischio di dover ricominciare da zero con una nuova gara. L’alert è arrivato direttamente dal presidente dell’Autorità Anticorruzione Giuseppe Busìa, che per primo aveva messo in guardia da questo pericolo all’indomani della scelta del governo di riesumare il progetto definitivo con il Dl 35/2023 dopo un sonno durato più di dieci anni, riportando in vita anche i contratti con il Consorzio Eurolink (a guida Webuild) vincitore di una gara che ormai risale a venti anni fa.
L’aggiornamento del valore del Ponte sullo Stretto a 13,5 miliardi, confermato ieri dall’amministratore delegato della società dello Stretto di Messina, Pietro Ciucci, «accresce i rischi» di superare i vincoli europei sulla spesa, che non possono superare il 50% di quelli del progetto dell’appalto originario, ha detto Busìa, intervistato dall’Ansa a margine del convegno annuale con le Authority italiane organizzato da Consumers’ Forum.
La gara per la costruzione del Ponte è stata aggiudicata a valle di un bando pubblicato nel 2004 al costo di 3,9 miliardi, poi aggiornato dal progetto definitivo approvato a luglio 2011 al valore di 8,5 miliardi. Anche senza avere tutti i dettagli sul costo dell’opera è chiaro che anche se fosse questa la cifra da cui partire per definire la necessità di una nuova gara (e non quella del contratto firmato nel 2006) saremmo comunque già al limite. Non è facile comunque capire quali dovrebbero essere i termini di paragone, non essendo mai stato in passato approvato un progetto esecutivo da cui trarre il costo finale dell’opera e con il nuovo progetto ancora in itinere. «Ora capiremo di quanto e come» si rischia di sforare il vincolo, ha detto Busìa, sottolineando che «il legislatore ha scelto di non avere il progetto esecutivo complessivo dell’opera, per cui oggi non conosciamo se, come e quanto costerà nel dettaglio tutta l’opera». Qui il riferimento è alla decisione di velocizzare l’avvio dei cantieri con la possibilità di approvare il progetto anche per «fasi costruttive» arrivata con il decreto Infrastrutture (Dl 89/2024) varato in estate.
«Confermo la massima attenzione della Società nei confronti del ruolo di Anac, dei suggerimenti e delle raccomandazioni espresse», risponde l’amministratore delegato della società Stretto di Messina Pietro Ciucci. Ciucci ricorda che «l’importo di 13,5 miliardi conferma le stime contenute nel Def 2023, inoltre il decreto legge 35 del 2023, che ha riattivato il progetto del ponte sullo Stretto, richiama espressamente la direttiva Ue in materia di contratti pubblici e vincoli di spesa dei progetti e, come naturale che sia, le disposizioni contenute saranno rispettate. Il progetto definitivo aggiornato, unitamente al recente parere favorevole espresso dalla Commissione di Via del Mase e al Piano economico Finanziario interamente coperto, saranno sottoposti all’esame del Cipess».
Emendamento Lega per nuovi fondi nella Manovra
Il tema dei costi e dei finanziamenti del Ponte tiene banco anche nel parlamento alle prese con l’esame della legge di Bilancio per il 2025. Un emendamento presentato in commissione Bilancio della Camera dal capogruppo della Lega Riccardo Molinari prevede che per «consentire l’approvazione da parte del Cipess, entro l’anno 2024, del progetto definitivo» del Ponte venga autorizzata una spesa di oltre 6 miliardi nell’attesa di soluzioni alternative (capitali privati che è difficile scorgere all’orizzonte) «atte a ridurre l’onere a carico del bilancio dello Stato». A questo scopo «è autorizzata la spesa di 6.132 milioni di euro, mediante corrispondente riduzione delle risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione, periodo di programmazione 2021-2027». «Si tratta di fondi Fsc aggiuntivi ai 1.600 milioni già prelevati dallo stesso Fondo a Sicilia e Calabria per finanziare il Ponte», come si specifica nel secondo comma dell’emendamento della Lega. Inoltre, «per la realizzazione delle opere connesse alla realizzazione del collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria, come individuate dal Cipess sulla base delle proposte trasmesse dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti all’esito della Conferenza di servizi è autorizzata la spesa complessiva di 500 milioni di euro, in ragione di 90 milioni di euro per il 2027, 180 milioni di euro per il 2028, 160 milioni di euro per il 2029, 70 milioni di euro per il 2030».
FONTI Mauro Salerno “Enti Locali & Edilizia”